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Morte dopo il parto

Morte, dopo il parto, di una donna che decise di partorire la sua seconda bambina, avendo scelto di avere vicino la mamma, nel suo paese natio, nel sud dell’Italia.
La gravidanza procedeva bene, Lei era in buona salute.
Tutto sembrava volgere verso il meglio, i controlli cui si era sottoposta erano sereni, esami ematochimici nella norma.
La donna muore per complicanze dovute al parto in circostanze da studiare e da approfondire.
Sono contattato dal vedovo per partecipare all’autopsia e per tutelare gli interessi degli eredi.
Il danno da perdita del rapporto parentale, cioè la sofferenza patita per aver perso una persona cara, in seguito ad un fatto illecito, è uno degli aspetti che saranno considerati sul valore del risarcimento globale che gli eredi hanno diritto.
Una battaglia nel Sud Italia mi attende.
Una morte dopo il parto che si poteva evitare.
Ho ciò che mi occorre, la mia formazione, il mio passato, le ore trascorse sui libri, i confronti, a volte aspri, con colleghi che osservano eventi da punti di vista diversi e per ciò giungono a conclusioni non condivise.
Sono già in auto. Attivo la mia libreria di Spotify.
Parto.
Questa volta da solo.
Con i miei pensieri e le speranze di chi difenderò.
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Mail: info@studiomedicolegalelorello.it

L’accoltellamento e la morte di un ventenne.

L’accoltellamento e la morte di un ventenne.

Una tragedia evitabile che coinvolge un uomo che in gioventù si trova a gestire il macigno del rimorso e di una storia giudiziaria lunga e complicata.

Il defunto era ebbro d’alcool e cocaina e fu ucciso da parte di un coetaneo per futili motivi: il grado di cottura della pasta.

Futili motivi che determinarono la morte di un giovane.

L’accoltellamento e la morte di un ventenne giunse perchè il coltello da cucina penetro’ il ventricolo sinistro e il polmone dell’aggredito e ciò condusse alla morte.

Io difendo l’aggressore.

Quanto abbia inciso lo stato d’ebbrezza di entrambi nella dinamica dell’aggressione e quanto l’alcool e la cocaina abbia falsato i parametri di lucidità e controllo, responsabilità e percezione del limite è lo scopo del mio mandato.

L’aggredito che subì l’atto mortale nel tentativo di evitare il peggio si inchino in avanti e torse il dorso verso destra per cui offrì la regione anteriore e laterale del torace sinistro.

I tragitti dei colpi inferti sono dal basso verso l’alto.

Sarà necessaria un’analisi approfondita della dinamica e correlarla all’esito dell’autopsia.

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Infortunio sul lavoro e malattia professionale.

Infortunio sul lavoro e malattia professionale.

L’infortunio sul lavoro è un evento causale o concausale che ha determinato un danno biologico provocato da:

causa violenta (rapida quindi cronologicamente concentrata), esterna (requisito di esteriorità) e imprevista (accidentale),

This dose was associated with evidence of maternal toxicity (decreased body weight of dams and abnormal head movements). Sirolimus is a substrate of CYP3A, and carbamazepine is a potent CYP3A inducer. The likelihood of fetal harm depends on the stage of fetal development, and the magnitude of the radiopharmaceutical dose Cialis Generisk online. Estrogens are CYP3A4 substrates and cenobamate is a moderate CYP3A4 inducer.

la circostanza del lavoro,

l’evento dannoso alla salute.

Il fatto dannoso inoltre non è né voluto né previsto dal lavoratore stesso, in quanto legato alla pericolosità della prestazione d’opera.

La Legge ha esteso la nozione di lesione ricomprendendovi l’integrità biologico fisica del lavoratore ma anche il danno estetico e psichico.

L’infortunio in itinere è quella condizione che si verifica durante il percorso “diretto” di andata e ritorno dal luogo di abitazione a quello di lavoro.

Gli elementi che intervengono come circostanza aggravante il rischio generico della strada sono l’iter e il mezzo di trasporto che deve essere autorizzato dal datore di lavoro e necessario per l’assenza di possibilità di usare mezzi pubblici.

La malattia professionale è una patologia, analizzata con visione medicolegale, la cui causa agisce progressivamente sull’organismo (causa non violenta e concentrata nel tempo ma lentamente instauratasi).

La causa può essere diretta ed efficiente, cioè in grado di produrre l’infermità in modo esclusivo o prevalente contratta nell’esercizio e a causa delle lavorazioni rischiose.

È possibile, tuttavia, il concorso di cause extraprofessionali ma queste non devono interrompere il nesso causale per la incontrovertibile capacità di determinare da sole l’infermità.

Per le malattie professionali quindi deve esistere un rapporto causale o concausale, diretto tra il rischio professionale e la malattia.

Il rischio può essere provocato dalla lavorazione che l’assicurato svolge oppure dall’ambiente in cui la lavorazione stessa si svolge (cosiddetto “rischio ambientale”).

Il lavoratore è sollevato dall’onere di dimostrare l’origine professionale della malattia.

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