L’amministratore di sostegno si revoca
L’amministratore di sostegno si revoca, come nel caso in esame, in cui una donna mi racconta che ha un amministratore ma che si sente bene dal punto di vista psichico e non capisce perché non può gestire da sola il proprio patrimonio.
Il fatto mi incuriosisce ed io chiedo di visitarla, analizzare i fatti, osservare dove abita e come vive.
La convoco dapprima al mio studio e l’osservo, quindi analizziamo i vari aspetti tecnico giuridici e medicolegali, quindi ci riserviamo l’analisi dei dati.
La signora mi sembra non più malata di mente di tanti altri…
Acquisisco il mandato, comprendendo comunque che Ella non può certo darmi mandato personalmente proprio perchè affetta da patologia psichica.
Con il mio staff decido di far domanda al giudice di cambio dell’amministratore, affidando l’onere al fratello che ha le possibilità e la volontà di farlo.
Mi intriga molto una difesa medico legale in tale ambito, poichè ciò ribalta la convinzione che l’amministratore di sostegno una volta affibbiato diventi inamovibile.
Invece egli/ella si revoca se ci sono le condizioni cliniche che dimostrano la capacità globale di amministrare il patrimonio e la propria vita.
La strategia è quella di ribaltare la diagnosi facendo visitare la paziente con il consenso del fratello da un consulente psichiatra e dall’area psicodiagnostica del mio staff clinico e medicolegale di studio su incarico permesso dal fratello che ci dà mandato, quando egli diventerà a sua volta amministratore.
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