Principio di autodeterminazione.
Principio di autodeterminazione.
Una nonna di 86 anni muore dopo due giorni dall’accesso al PS.
La figlia tre giorni prima per ben due volte chiama l’ambulanza che giunge in verità al domicilio in tempi adeguati e previsti.
In entrambi le occasioni i sanitari visitano la paziente e si accertano delle condizioni cliniche della stessa che non appaiono critiche.
E senza creare allarme, ritengono che non vi siano i presupposti per il ricovero e consigliano la vigile attesa.
Chiamati la terza volta i sanitari cambiano atteggiamento e scelgono il ricovero per approfondire lo stato di salute della paziente.
Questa volta agiscono non chiedendo il consenso della parte interessata.
La povera nonna in verità non vuole andare in ospedale ma è costretta a farlo poichè gli infermieri del 118, con un sotterfugio, Le dicono che è obbligata a seguirli.
La figlia non Le sarebbe stata vicino perchè non poteva (certo ne aveva piacere) benchè fosse la sola che avrebbe potuto, ma le fu impedito.
Libertà di ricovero e principio di autodeterminazione, quindi, non rispettata.
Essi mentono di fatto poichè la nonna sarà accolta in una struttura Covid ove non è possibile l’assistenza del congiunto.
La nonna muore, senza colpa di sanitari, ma è lesa nella sua libertà di ricoverarsi e nel diritto a far rispettare il principio di autodeterminazione, sancito dalla Costituzione.
L’erede sarà risarcita per violazione del diritto alla libertà di autodeterminazione della mamma che aveva tutto il diritto di rifiutarsi.
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