Malattia asintomatica e colpa del medico.

Malattia asintomatica e colpa del medico.

Vi racconto la storia di due genitori che davanti al Tribunale di Milano chiedono la condanna ed il risarcimento dei danni del loro medico di famiglia per la morte del loro figlio colpito da broncopolmonite asintomatica.

I genitori ritengono che il medico ha commesso un errore diagnostico e terapeutico, prescrivendo al piccolo solo dei farmaci contro il vomito, ma, il bambino, con carenza immunitaria anticorpale, accusa dapprima astenia e cefalea, febbricola, poi alcuni episodi di vomito.

Dopo questi episodi il piccolo muore a causa delle complicanze di una polmonite franca lobare che interessa un intero lobo polmonare.

Il giudice di primo grado dispone una CTU.

Advise patient that complete dissolution is not required prior to administration. When used with clomipramine, these drugs can cause heart trouble, such as irregular and rapid heart rate, trouble breathing, and fatigue. Although there is negligible cross-reactivity between penicillins and third-generation cephalosporins, [7] [15] caution should still be used when using ceftriaxone in penicillin-sensitive patients https://farmaciaonlinesinreceta.org/viagra/. Fasenra may be injected by a healthcare professional, or by the patient once training has been provided.

Il consulente d’ufficio, nella propria relazione, conferma l’assenza di qualsiasi responsabilità professionale del sanitario anche perché non vi era alcun nesso causale tra la condotta del sanitario e l’evento morte.

Anche in sede di appello la domanda risarcitoria non trova accoglimento per cui si giunge in Cassazione.

La Corte rigetta il ricorso sostenendo che la conclusione a cui era giunta la Corte d’Appello è esatta e cioè che non vi era alcun nesso causale tra la condotta del medico e l’evento morte.

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12 commenti
  1. Antonio Criscuolo
    Antonio Criscuolo dice:

    Questo articolo, risale al 2019. Oggi, nel 2023 fra le malattie asintomatiche rientra anche il Covid preso in forma leggera?

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  2. SILVIO
    SILVIO dice:

    Salve dottore, premetto che l’ho scritta anche su medicitalia, soffro di disturbo ossessivo compulsivo misto a fobia sociale e forte depressione, attraverso, soprattutto quando ho qualche contrarietà dal mondo esterno, giorni, a volte anche mesi che non ce la faccio ad uscire di casa, ho una vita molto misera, mi sento un fallimento in tutto, non riesco a lavorare, mi stanco facilmente, sono stato sempre preso in giro dagli altri, insomma, un disastro la mia vita: molte volte, vorrei non vivere più, perché oltre che non contare per nessuno, non ce la faccio a fare nulla. Siccome, mi sono curato per anni ma senza risultati da fior fior di medici, facendo buttare soldi ai miei genitori con la quale vivo ancora oggi sulle loro spalle e questo, è deplorevole alla mia età, non sono mai riuscito a trovare la cura giusta ne tantomeno la terapia ( ho fatto molta psicoterapia), negli anni, soprattutto da quando è venuta la pandemia e facendomi più grande, ho deciso di non curarmi più, non voglio prendermi antidepressivi che poi non servono a nulla e mi fanno solo gonfiare. Come mi consigliate di impostare la mia vita? Non ho stimoli, ho ritmi sballati. Scusate il lungo testo. Ho solo detto quello che mi rappresenta, spero che qualcuno mi risponderà. Non so aprirmi alla vita, mi aggrappo a tutto e tutti ma ho solo delusioni. Grazie. Saluti.

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    • Marcello Lorello
      Marcello Lorello dice:

      Gentile amico le consiglio di usare farmaci sotto stretto controllo medico e di imparare a convivere con il disturbo. In effetti è molto frequente e molti riescono ad avere una vita accettabile ma bisogna affidarsi a specialisti. Cerchi anche un lavoro anche da remoto e si impegni nello studio. Ciò l’aiutera’ a gestire la sua compulsivita’. Abbia fiducia e si affidi.

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      • SILVIO
        SILVIO dice:

        Grazie per la risposta dottore. Lei, potrebbe consigliarmi quale lavoro dovrei svolgere da remoto? Perché, purtroppo non c’è offerta sotto questo punto di vista. Ci sarebbero i call Center ma io, ho esperienze negative con essi in quanto ho già svolto lavori del genere ma andati male. Io,non mi accontento di una vita accettabile ma serena.

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        • Marcello Lorello
          Marcello Lorello dice:

          I call cemter sono un’opportunità. Bisognerebbe andare ai centri per l’impiego ma soprattutto saper fare qualcosa bene e avere titoli per fare qualcosa di “accettabile”. Bisogna, per aumentare il livello di soddisfazione, saper essere, saper fare e saper comunicare. Bisogna studiare temi che il mercato vuole ed entusiasmarsi lavorando e approfondendo. Per esempio esiste una grande domanda di “analisti di dati” , una materia nuova che si potrebbe studiare acquisendo un master e proponendosi alle aziende. Il mercato del lavoro è ingessato per alcune materie umanistiche quindi è assurdo investire in esso. Se avessi necessità invesirei nella formazione linguistica e nell’analisi dei dati.

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